L'ombra della sciarpa blu by Laura Veroni

L'ombra della sciarpa blu by Laura Veroni

autore:Laura Veroni [Veroni, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Morellini Editore
pubblicato: 2024-04-02T22:00:00+00:00


24

Venerdì 25 marzo 2022, ore 19.45

Pietro Guerci stava rientrando a casa a piedi. Abitava poco distante dalla scuola, intorno alla quale sembrava ruotare tutto il suo misero mondo. Uomo solo, dall’aspetto poco gradevole e dalla personalità insignificante, non aveva amici con cui condividere le ore che trascorreva al di fuori dell’istituto Bernardino Luini. Figlio unico, orfano di entrambi i genitori sin da bambino, era cresciuto in un orfanotrofio ubicato a Varese in via Bernardino Luini. Quando si dice il destino… Erano state le suore a trovargli un posto come bidello nella scuola dove lavorava. Ci aveva trascorso praticamente tutta la vita. E adesso, che era prossimo alla pensione, si sentiva disorientato, come se gli stesse per mancare la terra sotto i piedi. La scuola non era solo la sua casa, era la sua vita. Che ne sarebbe stato di lui? Cercò di allontanare quel pensiero fastidioso come una vespa attratta dal cibo nel piatto.

Non si accorse che da un’auto ferma al lato opposto della strada, qualcuno lo stava spiando, scattando delle foto con il cellulare.

Pietro Guerci, ignaro, continuò a camminare, finché giunse davanti a una pizzeria da asporto. Entrò.

Anche l’auto che fino ad allora lo aveva seguito a passo d’uomo fermò la sua marcia. Venti minuti più tardi Pietro Guerci uscì dal locale con un cartone tra le mani. Aveva l’espressione beata, di chi già pregusta la golosa cena. Nel tragitto verso casa, incrociò due ragazzine. Dovevano avere suppergiù una quindicina di anni. Erano sicuramente studentesse delle superiori. Pietro lo aveva capito dalle curve generose, messe in mostra da jeans attillati e magliette aderentissime, sotto a giacche aperte, che non lasciavano nulla alla fantasia. Una indossava un giacchino di jeans, come i pantaloni, l’altra di ecopelle, coloratissimo. Avevano capelli lunghi. Una delle due era mora, mentre l’altra aveva i capelli chiari. Calzavano entrambe scarpe da ginnastica con la suola alta e camminavano ancheggiando. Stavano guardando qualcosa sul telefonino, ridacchiano tra di loro, commentando quello che osservavano. Avanzavano a passo lento, concentrate com’erano sulle immagini.

Pietro Guerci le raggiunse senza nemmeno doversi impegnare troppo. Con fare mellifluo le salutò: «Buonasera».

Le due gli rivolsero un’occhiata con indifferenza, poi continuarono a camminare ridendo e scambiandosi commenti. Il bidello rimase alcuni istanti a guardarle mentre si allontanavano, poi, dopo pochi metri, si infilò in un portone e sparì dalla vista della persona sull’auto, che scattava un’ultima foto all’edificio.

Subito dopo, deposto il cellulare nel vano porta oggetti, prese la sciarpa blu dal sedile passeggero, la portò al viso, ne annusò il profumo e, sollevando lo sguardo verso la vecchia casa dov’era appena entrato Pietro Guerci, sussurrò: «A presto».



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